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Le uova di Dragatto

Tanti anni fa, avrò avuto circa sei o sette anni, arrivò nel mio paese un piccolo circo, di quelli di una volta, a conduzione famigliare, con un paio di clown, un giocoliere, due trapezisti, un vecchio elefante e una zebra magra. Quella sera stessa mio padre mi portò a vedere lo spettacolo e all’uscita dal tendone fui avvicinato da uno strano signore vestito in modo bizzarro, ma elegante, con una vecchia marsina marrone, dei pantaloni di velluto a coste color grigio fumo e un cappello a cilindro di un colore indecifrabile, tra il verde e il rosso bordeaux.

Mi consegnò una bustina di carta color havana contenente quelli che apparentemente sembravano dei sassolini giallastri del diametro di un paio di centimetri l’uno. L’uomo mi sorrise, si guardò intorno con occhi furtivi e con voce bassa e profonda mi disse: “abbine cura, molte persone hanno perso il senno per farle arrivare a te…” e poi, così com’era comparso, sparì, e non lo vidi mai più. Sulla busta c’era scritto a matita “Uova di Dragatto”. Non dissi nulla a mio padre e quando arrivai a casa nascosi la busta in una scatola di latta nel cassetto del mio comodino, e me ne dimenticai.

Passarono gli anni, crebbi, mi feci una vita, passando di città in città di trasloco in trasloco, ma quella scatola di latta, contenente molti ricordi di infanzia, venne sempre con me, come un piccolo scrigno che mi teneva legato a ricordi passati. Circa un anno fa ci fu una massiccia infiltrazione d’acqua dal tetto della mia ultima casa e molti oggetti, tra cui la mia preziosa scatola, patirono molto l’umidità quindi, per cercare di recuperare quei preziosi ricordi misi la scatola ad asciugare vicino al termosifone e andai a dormire. La mattina dopo fui svegliato da un suono strano, una sorta di scricchiolio misto ad un debole pigolio. Ancora assonnato cercai l’origine di quel suono e mi accorsi che proveniva dalla mia scatola di latta, l’aprii e con immenso stupore e, lo confesso, un po’ di paura, vidi che quegli antichi strani sassi si stavano schiudendo e qualcosa stava lacerando la fragile busta di carta che li conteneva. Incredibile! Quel signore col cilindro allora non mentiva! Ricordando le sue parole pensai che non avrei certo dovuto sbarazzarmi di quelle creaturine, decisi quindi di prendermene cura. Crebbero velocemente, nutrendosi di insetti, croste di formaggio e, imparai col tempo, vetro sbriciolato, in particolare quello verde delle bottiglie di vino, del quale sono decisamente ghiotti. Inizialmente erano proprio bruttini e inquietanti, ma crescendo migliorarono velocemente, diventando quelle creature magnifiche e fiere che sono oggi, ma non fatevi impressionare dall’aspetto, vi assicuro che sono animali dolcissimi, affettuosi, giocherelloni ed estremamente intelligenti, e al tatto emanano un calore indescrivibile e, cosa meravigliosa, fanno delle fusa profonde con modulazioni sonore che riportano a sensazioni ancestrali di benessere veramente incredibili.

Non sono mai riuscito ad identificarne il sesso ma in questi giorni ho notato in alcuni di loro un comportamento diverso, una sorta di vaga inquietudine alla ricerca costante di luoghi bui, silenziosi e caldi, che mi fa supporre si tratti delle femmine, probabilmente pronte a deporre le uova.

Ora, non ho idea di quanto ci metteranno a schiudersi, se pochi giorni o molti anni, ma se qualcuno è interessato credo che dovrò per forza dare in adozione i cuccioli, casa mia è già abbastanza popolata, quindi coraggio, fatevi sotto con le richieste!

Nel frattempo e volete potete godere della compagnia di un dragatto grazie alle stampe dei miei dragatti in vendita nel mio shop online.



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